“La fede e l’albero. Per vivere il Vangelo del regno”:
un libro, scritto anni fa, da un mio professore durante gli studi teologici in Lombardia.
Il filo conduttore del ciclo delle meditazioni si distendeva fra due alberi “famosi”: l’albero dell’Eden e l’albero di Zaccheo. L’albero che mette il desiderio alla prova della fede, l’albero che cambia la vita di un pubblicano curioso.
L’argomento generale delle suggestioni proposte era imperniato su due semplici domande. Che cosa si attende il Signore da noi? Che cosa si attendono gli uomini da Dio?
Sono sempre stato curioso come Zaccheo.
Ho sempre cercato di essere parroco scuotendo la gente ad essere curiosa.
Scrive Pier Angelo Sequeri: “ esiste indubbiamente un tempo nel quale l’inerzia dell’abitudine religiosa finisce per consolidare la presunzione di troppi stabili insediamenti. In tal caso, è certamente benefico il richiamo alla necessità di non confondere l’appartenenza alla fede con una rendita di posizione. Esiste però anche il tempo in cui sembra che nessuna pietra sia mai abbastanza giusta per la lavandaia. In tal caso l’enfasi sulla continua ricerca può anche servire da pretesto per la censurabile furbizia del mediocre. In entrambi i casi, comunque, il talento viene sotterrato”.
L’uscita dallo stallo “ richiede un pizzico di evangelica spregiudicatezza”…non si può volgersi continuamente indietro, per paura di allontanarsi troppo dalla riva, si perde il più bello: che sta “al largo”. Non si può stare tutta la vita “fin dove si tocca”.
Quanto fastidio provo quando odo la sicurezza immobile e immobilizzante di chi afferma: si è sempre fatto così, io non cambio, basta con le novità!
Fermi, sempre fermi…, comunità immobili, mentre il Vangelo ci invita a camminare, a non essere tiepidi , a rischiare per il regno.
Quanta sofferenza si prova quando alcune affermazioni e “pratiche pastorali” chiudono alla gratuità di Dio e si dimentica che i sacramenti sono dono e non “merito” ( … se non vieni a catechesi i sacramenti te li sogni…).
“ Il Signore non si annuncia con il fuoco dal cielo, ma con la liberazione dal male. Anche Giovanni il Battezzatore, contrariamente alle sue previsioni, ha dovuto rendersene conto. Gesù non cattura seguaci, non recluta discepoli ad ogni costo. La fede è il contrario della paura” ( Sequeri ).
Mosso da questi pensieri e riflessioni ho chiamato in parrocchia, per una serie di incontri sui sacramenti dell’iniziazione cristiana, una splendida persona: Marcello Farina, prete e filosofo.
Solo lui poteva garantirmi quanto cercavo insieme alla mia comunità cristiana: profondità culturale, grande umanità, libertà di pensiero, profezia e verità.
Sono stati incontri che ci hanno riempito di stupore; ci siamo trovati davvero bene nel “giardino” che continuamente rifiorisce quando si è sensibili allo Spirito; quando “ la fede evangelica appresa alla scuola di Gesù è anche vigilanza critica nei confronti della religione stessa” ( Sequeri ).
La comunità cristiana di San Carlo Borromeo che “vede” incontrarsi tante persone che provengono anche dai paesi vicini e dalle parrocchie della città di Trento, ringrazia Marcello Farina ed è certa che le sue profonde riflessioni apriranno strade sempre nuove fedeli al Vangelo.
Lino Zatelli, prete e parroco
Don Marcello Farina in questo suo nuovo libro dispiega un’analisi dei tre sacramenti preceduta da una introduzione generale sulla “situazione attuale” del Cristianesimo nell’epoca “post-moderna”.
Il testo è strutturato intorno all’immagine del “giardino”: il battesimo (all’ingresso del giardino), l’eucaristia nella vita dei cristiani (il giardino ospitale), la riconciliazione (coltivare e custodire il giardino).
Nell’immagine del giardino l’autore intravede e identifica la comunità cristiana, non per esclusione, ma per la responsabilità che le appartiene di essere un terreno fecondo ed accogliente, in un mondo talvolta arido e simile al deserto.
E, come si può notare dal titolo Se il giardino rifiorisse, il congiuntivo sottolinea la condizione tipica del sogno, del desiderio, di un’anticipazione dello spirito che esprime la speranza di una nuova stagione per il Vangelo alle donne e agli uomini del nostro tempo: un rinnovato impegno battesimale, uno spezzare il pane nell’eucaristia, un abbraccio del perdono che ridia freschezza alla vita di ognuno.
Una lettura quindi dei sacramenti in una prospettiva di salvezza umana e ambientale integrale, un esercizio del Cristianesimo come cura.
Perché, oggi più che mai, «abbiamo bisogno di persone capaci di amare il prossimo con la medesima intensità del Buon Samaritano per poterne risanare a milioni.
Ne va di mezzo il piano cosmico della salvezza annunciato da Gesù di Nazareth che sta nella ricerca del Regno di Dio e della sua Giustizia.
Da chi andremo se non da Te che hai Parole di Vita e di Salute Eterna ed Integrale?
Un libro provvidenziale per i tempi che viviamo e che merita il sussulto di speranza che il titolo suscita».(dalla Presentazione)
IL LIBRO E' IN VENDITA PRESSO LA NOSTRA PARROCCHIA DI SAN CARLO