PAQUA 2022
Il suo passaggio
i nostri passaggi
Siamo davanti a una piccola luce del Cero pasquale: simbolo del grande annuncio: Gesù, il Crocifisso, è vivo.
Il Cero rimarrà qui , sull’altare, 50 giorni e poi sempre a far memoria quando si nasce e quando si muore.
Pasqua significa passaggio. Facciamo memoria di alcuni passaggi vissuti in questi 40 giorni che ci hanno preparato alla Solennità della Pasqua 2022.
- Abbiamo iniziato con le Sacre Ceneri: “ entra nella tua stanza, chiudi la porta e prega nel segreto il Padre tuo”. Una semplice parola di luce che ha iniziato ad illuminare la nostra interiorità.
- Poi nelle domeniche di Quaresima e nella Catechesi di comunità, altre luci: Gesù nel deserto, la vedova al tempio con la sua monetina, i discepoli di Emmaus, il Padre Buono, l’adultera perdonata… Luci che hanno illuminato il nostro cammino quaresimale. Ecco brillare la luce:
- “non di solo pane vive l’uomo;
- questa vedova ha dato più di tutti;
- figlio mio entra in casa per far festa a tuo fratello che è tornato;
- tardi e stolti di cuore …e poi… resta con noi Signore, perché si fa sera;
- nessuno ti ha condannata? Nessuno Maestro. Nemmeno io ti condanno”.
- Poi? La Domenica delle Palme, domenica scorsa: un asino, sulla cui groppa siede Gesù, umile Gesù che rifiuta il cavallo. E l’asino, piccola luce che ci dice: io non rifiuto mai la mia groppa, metteteci quello che volete. E noi a voler essere sempre cavalli senza una umile groppa: se non ci sono io, tutto crolla; non vedete quello che faccio? se non organizzo io, tutto rimane fermo; noi a imporre le nostre scelte anche a costo di ferire la comunità ed i suoi organismi; noi, idolatri di noi stessi e delle nostre idee e progetti, noi, che lentamente vedremo naufragare ciò che avremo imposto e progettato …e ci invaderà la solitudine.
- Ma il lunedì successivo alla Solennità delle Palme ci siamo fatti illuminare da una piccola luce che volevano spegnere a suon di sassate: l’adultera. L’adultera di fronte alla quale Gesù si china, perché Dio si china sempre davanti a noi. “Nemmeno io ti condanno”. Questo annuncio Gesù l’ha fatto a ciascuno di noi. Abbiamo riempito all’inverosimile, per la riconciliazione comunitaria, al pomeriggio e alla sera questa nostra chiesa. Chissà se sperimenteremo ancora numeri simili di cercatori del perdono. Non ci siamo fermati sulle vie, sui piazzali, perché non ci sentivamo e non ci sentiamo giusti. Siamo entrati in chiesa e una luce dolce e sussurrante ci disse: “nemmeno io ti condanno”.
- Al Giovedì santo: eravamo ancora qui. La luce di un piccolo, umile pezzo di pane. E lui a dirci: “prendete”, prendete, quasi ad obbligarci. Prendete. Io pane in tutte le mani, anche le più povere, le più sporche. Fate questo, fate il rito. E “fate questo”: sollevate la stanchezza dell’uomo. Una cosa e l’altra. E mai una senza l’altra.
- Al Venerdì santo: al pomeriggio, alle 15.00, la contemplazione del Cristo Crocifisso. Si è spenta quella luce che aveva illuminato cuori e volti.
Morto. Abbiamo ascoltato l’ultima sua parola: “tutto è compiuto”. Cosa posso ancora dare a voi? Ecco la mia vita in dono per tutti. Abbiamo chiuso gli occhi in contemplazione di un dono immenso: Gesù morto per amore. L’unico giusto della storia, l’uomo-Dio mite da cui dobbiamo sempre imparare ad amare. Alla sera del venerdì ancora qui: Stabat Mater, stava Maria sotto la croce. Meditazioni e canto a far compagnia all’Addolorata.
Ci ha insegnato che il compito primario della maternità è lo stare. Non: esagitarsi, intromettersi, proclamare le proprie priorità, i propri crediti; e neppure sottrarsi, allontanarsi, prendere come scusa la propria impotenza e inutilità. Ogni figlio ha bisogno di una madre che sta . Una madre che sta è un capolavoro. Come Maria.
Oggi , ancora una piccola luce , di nome Maria Maddalena.
Ti vogliamo bene, Maria Maddalena, perché tu, criticata e ferita dal giudizio degli uomini, hai accompagnato per tre anni Gesù nel suo peregrinare dalla Giudea alla Galilea.
Ti vogliamo bene, perché non lo hai lasciato mai solo.
Ti vogliamo bene, perché credevi in lui da correre per prima al suo sepolcro per profumare il suo corpo.
E Lui ti ha fatto il grande dono: si è mostrato vivo proprio a te.
Non ai suoi discepoli: prima a te.
Tu, piccola luce d’amore infinito per lui.
E poi sei corsa ad annunciarlo, a gridare a tutti che lui è vivo, presente in noi, per sempre.
Ti vogliamo bene, perché anche oggi sentiamo il profumo del tuo amore appassionato per lui.
Aiuta tutti noi ad essere profumo d’amore per lui, nostro fratello e nostro Dio.