Telefono: 0461-922591
Cellulare: 347-4241142
Email: zatelli.lino@gmail.com
La nostra felicità
è nel progetto di Dio
Davanti al Vangelo delle beatitudini provo ogni volta la paura di rovinarlo con le mie parole: so di non averlo ancora capito, continua a stupirmi e a sfuggirmi.
«Sono le parole più alte del pensiero umano» (Gandhi), parole di cui non vedi il fondo.
Beati: parola che mi assicura che il senso della vita è nel suo intimo, nel suo nucleo ultimo, ricerca di felicità; la felicità è nel progetto di Dio.
Beati voi, poveri! Non beata la povertà, ma le persone: i poveri senza aggettivi, tutti quelli che l'ingiustizia del mondo condanna alla sofferenza.
La parola «povero» contiene ogni uomo. Povero sono io quando ho bisogno d'altri per vivere, non basto a me stesso, mi affido, chiedo perdono, vivo perché accolto.
Ci saremmo aspettati: beati perché ci sarà un capovolgimento, perché diventerete ricchi. No. Il progetto di Dio è più profondo e più delicato.
Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno, già adesso, non nell'altro mondo! Beati, perché è con voi che Dio cambierà la storia, non con i potenti. Avete il cuore al di là delle cose: c'è più Dio in voi, siete come anfore che possono contenere pezzi di cielo e di futuro.
Beati voi che piangete. Beati non perché Dio ama il dolore, ma perché è con voi contro il dolore; è più vicino a chi ha il cuore ferito.
Il Signore è con te, è nel riflesso più profondo delle tue lacrime, per moltiplicare il coraggio, per farsi argine al pianto, forza della tua forza.
Dio naviga in un fiume di lacrime (Turoldo):
non ti salva dalle lacrime, ma nelle lacrime; non ti protegge dal pianto, ma dentro il pianto.
Guai a voi ricchi: state sbagliando strada. Il mondo non sarà reso migliore da chi accumula denaro; le cose sono tiranne, imprigionano il pensiero e gli affetti .
Diceva Madre Teresa: ciò che non serve, pesa!
E la felicità non viene dal possesso, ma dai volti.
«Non ci interessa un divino che non faccia fiorire l'umano.
Un divino cui non corrisponda la fioritura dell'umano non merita che ad esso ci dedichiamo»" (D. Bonhoffer).
Forse Dio è stanco di devoti solenni e austeri,
di eroi dell'etica,
di eremiti pii e pensosi,
forse vuole dei giullari felici, alla san Francesco, felici di vivere.
"Occhi come stelle. E prigionieri usciti dalle segrete che danzano nel sole". (M. Delbrêl).
Che cosa mancava ai quattro in riva al lago, per convincerli poi a lasciare barche e reti, a mettersi in cammino dietro a quello sconosciuto, senza neppure domandarsi dove li avrebbe condotti?
Mancava un sogno. Gesù ha sognato cieli nuovi e terra nuova per tutti, e loro lasciano il lago e trovano il mondo.
Gesù entra scalzo nelle loro vite, con delicatezza; semplicemente prega Simone di staccarsi un po' dalla riva.
Nel momento del fallimento, quale parola ti dà più speranza? Un comando? Un’imposizione? Un rimprovero? O non invece qualcuno che ti prega?
In quello dei pescatori intravedo i miei fallimenti, le scelte sbagliate, i miei giorni inutili.
Eppure Gesù sale sulla mia vita, a volte vuota, sulla mia barca che ho tirato in secca, e mi prega di ripartire, affidandomi ancora e sempre un nuovo grande mare.