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LA DONNA DELLE BRICIOLE
( Matteo 15, 21-28 )
La madre non conosce la teologia eppure conosce Dio dal di dentro, lo sente pulsare nel profondo delle ferite di sua figlia.
Può sembrare una briciola, può sembrare poca cosa, ma le briciole di Dio sono grandi come Dio stesso. Gesù è come folgorato da questa immagine, si commuove: Donna, grande è la tua fede!
Lei che non va al tempio, che non legge i Profeti, che prega gli idoli cananei, è proclamata grande nella fede. Lei sa che il dolore è sacro, che le lacrime convocano tutta la compassione di Dio; che la persona, con la sua sofferenza, viene prima della religione.
Nel giorno in cui avremo poca fede o troppo dolore, quando verrà, dal fondo dell'essere, solo un gemito senza parole «Ho paura, aiutami, sto affondando», in quel momento Dio si farà vicino come pane per i figli, come briciole per ogni cucciolo d'uomo. «Grande è la tua fede».
Grande è ancora la fede sulla terra, perché grande è il numero delle madri, donne di Tiro, di Sidone, di dovunque, che non sanno il Credo o il catechismo, ma sanno il cuore di Dio. Sanno che Dio ama con cuore di carne, con cuore di madre.
Il cristianesimo non è sacrificio o rinuncia,
non è la religione dei perdenti.
È la storia di cercatori d’oro, ai quali il presente non basta;
la storia di gente che ha scoperto giacimenti di benessere,
la perla del “ben vivere”, da cui non torna indietro.
I credenti sono così:
scelgono, e scegliendo bene guadagnano.
Non sono più buoni degli altri, sono però più ricchi:
hanno un tesoro di risorse cui attingere, perle di coraggio, di libertà, di cuore, di Dio.
Hanno lo sbalordimento per la bellezza di Dio.
Il Signore dice: abbi pazienza, custodisci il buon seme. Davanti a Dio una spiga di grano buono vale più di tutta la zizzania del campo, il bene è più importante del male, la luce più del buio.
Quale dei due sguardi è il nostro? Quello opaco e triste dei servi che vede il mondo e le persone invasi dal male, che giudica con durezza manichea? O quello positivo e solare del Signore che intravede spighe, pane e mietiture fiduciose, e che ha messo la sua forza nella mitezza?
Mettiamoci sulla strada con cui Dio agisce: per vincere la notte accende il mattino; per far fiorire la steppa sparge infiniti semi di vita; per sollevare la farina pesante e immobile mette un pizzico di lievito.
Dio avvia la primavera del cosmo, a noi spetta diventare l'estate profumata di messi. Io non sono i miei difetti o le mie debolezze, ma le mie maturazioni. Non sono creato a immagine del Nemico e della sua notte, ma a immagine del Creatore e del suo giorno.
Anche il giudizio finale avrà come argomento non la zizzania, che è il lato oscuro della mia esistenza, ma il buon grano, la parte migliore di me: ho avuto fame, freddo, paura e tu mi hai dato pane e amicizia, hai asciugato il mio pianto (Mt 25).
Tu pensa e ama i tuoi germi di vita, custodisci ogni germoglio, sii indulgente con tutte le creature, e anche con te. E la vita fiorirà in tutte le sue forme.