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Il Signore dice: abbi pazienza, custodisci il buon seme. Davanti a Dio una spiga di grano buono vale più di tutta la zizzania del campo, il bene è più importante del male, la luce più del buio.
Quale dei due sguardi è il nostro? Quello opaco e triste dei servi che vede il mondo e le persone invasi dal male, che giudica con durezza manichea? O quello positivo e solare del Signore che intravede spighe, pane e mietiture fiduciose, e che ha messo la sua forza nella mitezza?
Mettiamoci sulla strada con cui Dio agisce: per vincere la notte accende il mattino; per far fiorire la steppa sparge infiniti semi di vita; per sollevare la farina pesante e immobile mette un pizzico di lievito.
Dio avvia la primavera del cosmo, a noi spetta diventare l'estate profumata di messi. Io non sono i miei difetti o le mie debolezze, ma le mie maturazioni. Non sono creato a immagine del Nemico e della sua notte, ma a immagine del Creatore e del suo giorno.
Anche il giudizio finale avrà come argomento non la zizzania, che è il lato oscuro della mia esistenza, ma il buon grano, la parte migliore di me: ho avuto fame, freddo, paura e tu mi hai dato pane e amicizia, hai asciugato il mio pianto (Mt 25).
Tu pensa e ama i tuoi germi di vita, custodisci ogni germoglio, sii indulgente con tutte le creature, e anche con te. E la vita fiorirà in tutte le sue forme.
Il Battista è in carcere, in Galilea crescono rifiuto e ostilità, i miracoli di Cafarnao e di Betsaida non convertono nessuno, eppure, nel pieno della crisi, Gesù benedice il Padre, fermandosi improvvisamente come incantato davanti ai suoi, ai piccoli.
In quell'aria di sconfitta, si apre uno squarcio inatteso che lo riempie di gioia: Padre, ti benedico, ti rendo lode, ti ringrazio, perché ti sei rivelato ai piccoli. Gesù non se l'aspettava e si stupisce della novità; la meraviglia lo invade e lo senti felice.
I piccoli sono coloro che ce la fanno a vivere solo se qualcuno si prende cura di loro. Dio è vicino a ciò che è piccolo, ama ciò che è spezzato. Quando gli uomini dicono: "perduto", egli dice: "trovato", quando dicono: "condannato", egli dice: "salvato!" (Bonhoeffer). Il posto vuoto dei grandi lo riempiono pescatori, poveri, malati, vedove, bambini, pubblicani. I preferiti di Dio. E per entrare pienamente nel mistero Suo vale più un'ora passata dentro il mondo di uno di questi piccoli, che anni di studi di teologia.
E LE STRADE ESULTANO
Ma il contadino della parabola è diverso,
eccessivo,
illogico:
lancia manciate generose anche sulla strada e sui rovi.
È uno che spera anche nei sassi,
un sognatore che vede vita e futuro ovunque.
Ci soccorre una buona notizia, un grido da rilanciare dai tetti: «Non abbiate paura: voi valete più di molti passeri. Voi avete il nido nelle mani di Dio».
Voi valete: che bello questo verbo!
Per Dio, io valgo. Valgo di più di molti passeri, di più di tutti i fiori del campo, di questa e di tutte le primavere che verranno; valgo per lui di più di quanto osavo sperare.
Finita la paura di non contare, di dover sempre dimostrare qualcosa.
«Non temere» tu vali di più.
Per come sei.
Così come sei.
Al punto che «ti conta tutti i capelli in capo». Il niente dei capelli: Qualcuno mi vuole bene frammento su frammento, fibra su fibra, cellula per cellula.
Per chi ama, niente dell'amato è insignificante, nessun dettaglio è senza emozione.